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Lasciando Moschiano ed andando verso Est in direzione Avellino, la’ dove I monti che formano la valle dove sorge Moschiano sembrano chiudersi, a circa 700 metri sul livello del mare, poco prima che la montagna raggiunga il suo punto piu’ alto e la discesa verso Forino ed Avellino inizi, sorge la localita’ di Santa Cristina. Un tempo famosa nel vallo di Lauro ed oltre per la sua acqua che sgorga da una freschissima sorgente e’ stata da sempre meta in estate di gite di famiglie in cerca di un posto tranquillo e lontano dalla calura. Come riportato dal Prof Pasquale Moschiano in base a documenti relativi alle “Sante visite di Filippo Spinola 1568-1585” si presume che il luogo debba il suo nome ad una cappella rulale dedicata appunto a Santa Cristina. Si ignora dove essa sorgesse e si sa solo che era annessa alla Collegiata di S. Maria Maddalena in Lauro, fatto questo non inconsueto perche’ le montagne circostanti sono si situate nel commune di Moschiano ma sono state per anni (ed alcune lo sono ancora) di proprieta’ (almeno in parte) del commune di Lauro. In un libro di Marcello Moscini a cura dell’Amministrazione Comunale di Bolsena (Cristinia di Bolsena culto e iconografia – Stabilimento tipolitografico Agnesotti – Viterbo – Luglio 1986) si fa cenno al culto della Santa a Moschiano proprio in localita’ Santa cristina e si cita come in localita’ “Chiana” vi fossero ruderi di un antico insediamento abbandonato e della chiesa dedicata a Santa Cristina. Si allude anche al fatto che detta chiesa fosse proprietaria di un territorio di ben 101 moggi. Si cita inoltre come detto culto da moschiano sarebbe passato “in un’epoca non ben identificata” a Formicola (CE) dove nella chiesa di Santa Cristina tale culto e’ ricordato in ua epigrafe in cui compare l’antico none di Moschiano  “ MOSCANO”.

Qualunque sia l’origine, il luogo immerso tra boschi cedui e vasti castagneti e’ particolarmente salubre e da tempi antichissimi e’ luogo di attivita’ pastorizie ed agricole. Esso inoltre consente anche un facile punto di accesso ad altre localita’ che circondano I monti di Moschiano: Vallefredda, Chianolo e piu in la’ Campo Somma da una parte e dall’altra Quaranta Moie, Pizzone, Cerreto, Pezze e Carita’.

Gia’ agli inizi del 1900 il culto della Santa veniva coltivato dal pastore Generoso Mazzocca che custodiva il proprio gregge proprio in questo luogo e che il 24 Luglio di ogni anni, in occasione della festa liturgica della Santa provvedeva che venisse celebrate una messa in quei boschi a cui assistevano spesso altri pastori ed/o agricoltori del luogo e personne che venivavno da Moschiano e Bracigliano (a volte anche il Vescovo di Nola e/o I monaci di Bracigliano ed a cui Generoso offriva cibo e vino. (Cfr Marcello Moscini Cristina da Bolsena op. cit. e P. Moschiano – I Sacri Monti del Vallo di Lauro – Op cit).

Verso la fine degli anni 50 3 Moschianesi, Antonio Moschiano, Michele Buonaiuto e Fiore Siniscalchi decisero di dar vita a Santa Cristana, proprio a fianco della fontana che erogava l’acqua della sorgente uno chalet con delle capanne in legno attrezzate in tutto punto e dotate perfino di lampade ad acetilene per la sera. Col tempo e per diverse ragioni Michele Buonaiuto e Fiore Siniscalchi lasciaro la societa' al solo Antonio Moschiano che trasferi' lo chalet originale dallo spazio sotto I castagni sulla parte destra della fontana nello spazio sulla parte sinistra. Negli anni esso si evolse. Le capanne furono sostituite da costruzioni in muratura con un una attrezzata cucina ed un ampio salone per cerimonie. Sopra il salone delle feste al secondo piano vi erano anche delle camera per ospitare turisti. Fino agli anni ’80 moltissimi moschianesi ed altre persone del vallo e non solo hanno celebrato eventi festosi (battesimi, matrimoni, prime comunioni, etc.) in questi luoghi. Accanto al salone c’era anche un forno dove fragranti pizze venivano preparate specialmente nelle calde serate estive che quassu’  erano piu’ tollerabili. Poco piu’ in la’ fu anche costruita una piccola edicola con l’immagine di Santa Cristina. Il parroco di San Bartolomeo e Corpo di Cristo in estate vi veniva a celebrare una messa vespertina per I turisti. Negli anni ’70 attorno al ristorante e nei castagneti attigui fiorirono anche alcune abitazioni destinate ad essere “seconde case” di abitanti del vallo e venivano usate come case di vacanza nei mesi estivi. Nello spazio a destra della strada venendo da Moschiano, proprio di fronte al ristorante vi fu anche un poligono di tiro a piattello.

Ancora in quegli anni e' da ricordare che ci fu anche un altro imprenditore di Moschiano, Gerardo Manfredi, che tento' di lanciare bibite gassata (la famosa "gazzosa" e le aranciate) anch'essa con il nome "Bibite Santa Cristina". L'avventura purtroppo si fermo' dopo qualche anno.

A partire dalla fine degli anni '60 con il declinio della pastorizia e la rinascita dell’agricoltura, la coltivazione e produzione della castagna conobbe una rinacita e moltissimi boschi che circondavano la fontana furono riconvertiti/innestati a castagneti con ottimo successo dando di nuovo vita an una eccellenza di Moschiano e del vallo, la famosa “Marrone di Santa Cristina” che e’ ancora oggi prodotta e lavorata a Moschiano ed esportata in tutto il mondo.

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