Pro Loco Michele Caputo
Moschiano (Av)
Associazione Culturale e Sociale apolitica e non a fini di lucro
Ultimo Aggiornamento 27 Ottobre 2024
Amarcord Anni '70
Il Decennio che ci ha formato
Preambolo
(Pubblicato 29 Luglio 2020)
Questo (lungo) post (e gli altri che seguiranno) sono indirizzati principalmente ai miei amici di origine Moschianese o che hanno qualche affinita’ con Moschiano.
Ho appreso che anche quest’anno, nonostante tutto, a Moschiano ci saranno I festeggiamenti religiosi in onore della Madonna della Carita’ e San Gerardo. Bellissima iniziativa anche se, sotto certi aspetti, a riguardo ho un parere leggermente diverso ma non e’ il caso di polemizzare. Da lodare invece le iniziative come L’Estate Missionaria e i raduni dell’ACR.
Una estate senza “festa” (sopratutto civile perche’ quella religiosa per me resta sempre Pentecoste) mi ha riportato con la mente al periodo quando appunto non c’era la festa e d’estate ci si industriava a inventarsi qualcos’altro.
Colgo l’occasione allora per fare un “amarcord” (mi ricordo) degli anni ‘70 a Moschiano. Cosa c’entra questo con la festa direte. C’entra perche’ in quegli anni la festa a Moschiano non la si faceva piu’ ma in compenso (o forse sopratutto per questo), ci fu un rinato entusiasmo a “fare qualcosa” sopratutto nella seconda meta’ del decennio. La mancanza di una “festa” forse fu una fortuna perche’ ci diede occasione di essere creativi e renderci probabilment piu’ utili. Ricorderemo come questo periodo sia stato vissuto da noi giovani ragazzi di Moschiano (e da tutti i Moschianesi), gli eventi che lo hanno caratterizzato e di come ci siamo “sporcati le mani”. Letteralmente.
Non vuole essere questa una autocelebrazione o un “vedete come eravamo bravi” ma piuttosto una piattaforma di lancio per i giovani di oggi e uno sprono a continuare a fare ancora di piu’ costruendo sulle fondazioni che noi gettamo come noi lo facemmo usando come esempio quello che “i giovani” degli anni 50 e 60 fecero a loro volta e cosi’ via.
Dato il lungo periodo coperto e la numerosita’ degli eventi da raccontare divideremo questa storia in (4-5) parti da pubblicare nel corso delle prossime settimane cominciando oggi da una descrizione generale del decennio per poi passare a cosa fu fatto anno per anno.
Iniziamo col dire che quel decennio fu al tempo stesso affascinante e doloroso per noi Moschianesi (giovani e meno giovani), e per l’Italia e forse per il mondo.
Alla base di tutto quello che accadde a Moschiano pero’ ci furono due pilastri fondamentali che i nostri genitori e maestri ci inculcarono: Cultura e Fede. Queste virtu’ furono intrinsicamente connesse nel bene e nel male.
Questo fu per noi il decennio delle certezze e delle contraddizioni. Delle speranze e delle illusioni dei sogni e dei risvegli bruschi.
Questo in Italia fu il decennio delle battaglie politiche ed idelogiche come il compromesso storico ed divorzio, ma per noi a Moschiano anche il decennio del dolore, dell’amicizia, dell’impegno sociale, dei grandi amori. Tutte cose che avrebbero forgiato la nostra vita.
Il mondo stava ancora assorbendo la rivoluzione studentesca del 68 ma forse non tutti erano pronti per un cambiamento cosi’ radicale. Il mondo andava avanti e Moschiano cercava di stare al passo coi tempi, ma con qualche anno di ritardo e forse ancora frenato da una sottocultura e falso senso del benessere e progresso succube anche di certe reverenze clienterali che avrebbe addotto e generato al tempo stesso grossi rimpianti e nefasti eventi ma anche gloriose resurrezioni e ritrovato entusiasmo.
Durante quel decennio a Moschiano subimmo la dolorosa perdita di cari amici e Maestri. Le chiese di Moschiano e della Carita’ subirono lo scempio di ripetuti furti . In Italia il decennio fu costellato da numerosi atti di terrorismo. Il Mondo perse due Papi nel giro di pochi mesi ed uno statista come ben pochi. Il decennio si chiuse con il catastrofico terremoto nella nostra zona in cui persero la vita migliaia di persone. Chi non ricorda quei giorni.
Ma quel decennio vide anche una rinascita di Moschiano con numerose opere portate a termine e con noi giovani che chiamati a “fare qualcosa” quasi a parafrasare/testimoniare Venditti sentivamo che “il nostro impegno cresceva sempre piu’ forte in noi”.
Erano gli anni che ci avrebbero formati e questo lo dobbianmo sopratutto a nostri genitori che ci guidarono ed incoraggiavano ma anche ai vari Don Salvatore, Don Peppino, Suor Pia, il Sindaco Mimi’ Moschiano e a tante altre persone che ebbero fiducia in noi e videro in noi il futuro e ci spinsero a fare sempre di piu’.
Nella prima meta’ del decennio il “centro di attrazione” di Moschiano era diventato il Salone da barbiere di quell’”amico geniale” che era “Mast’Aniello”. Grazie alle sue “conoscenze” ed abilita’ sportive e alla sua maestria come barbiere, aveva fatto si che a Moschiano arrivavano, specie il Venerdi e Sabato pomeriggio, giovani da tutto il Vallo e oltre, per uno shampoo, per un taglio di capelli, per preparare la partita del giorno dopo oppure semplicemente per fare quattro chiacchiere. E Mast’Aniello accontentava tutti e distribuiva I suoi saggi consigli. Era up po’ l’equivalente di un moderno coordinatore del gruppo FB. Chi non ha conosciuto Mast’Aniello non sa cosa si e’ perso.
Chi non andava al Salone di mast’Aniello andava invece al Bar di Minuccio. Specialmente la Domenica. Al mattino dopo la Messa ci si ritrovava per una partita a carte tra amici (Il carissimo “cavaliere” Rizziero Settembre, Lino Pacia, Michele Esposito (Conosciuto come“il ragioniere”), Carmine Rega, Michele Vona (“il prof”), Salvatore Aschettino, etc.). Di pomeriggio dopo la trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto” vi si andava per fare I commenti alle partite, magari guardare “Novantesimo Minuto” o il secondo tempo della partita. E naturalmente per predersi un po’ in giro. Di sicuro ci si intratteneva per aspettare che la nostra ragazza passasse e si poteva parlare un po’. E quelle interminabili passeggiate su e giu’ degne di una scuala peripatetica.
Don Salvatore Pierro e Don Peppino Manfredi cosi’ come Mimi’ Moschiano cercavano di fare qualcosa nelle rispettive parrocchie e per il paese ma era dura. Tutti avavano un sogno: non abbandonare noi giovani e rivalutare Moschiano ed il Santuario della Carita’.
Durante quegli anni parecchi amici, familiari, maestri ci lasciarono. Alcuni per sempre, altri semplicement emigrarono non solo per quel desiderio di andare ma molto spesso per necessita’ di trovare “un mondo migliore”. Alcuni di loro li avremmo ritrovati qualche anno dopo in America e ripersi di nuovo e questa volta per sempre (Mast’Aniello, Benito Vona , Sebastiano Vona, Edoardo Vona per citarne alcuni).
Cominciammo il decennio come ragazzini appena usciti dalle scuole medie e lo finimmo come giovani operai specializzati, avvocati, ingegnieri, contadini, professori, musicisti, ma tutti meravigliosamente bravi nel nostro campo. I ragazzi di Don Salvatore, Don Peppino e Mimi’ Moschiano erano maturati ed erano pronti per il grande salto della vita. Pronti a costruire una famiglia ed una propria vita. Durante quegli anni facemmo tanto e di tutto. Abbiamo riso e pianto assieme, siamo cresciuti e ci siamo confrontati con le nostre idee. Abbiamo discusso ed abbiamo agito. Sempre assieme. Ora siamo qui a ricordare.
Tutto questo perche’? “Il passato non potra’ tornare uguale mai” ma possiamo sempre ed ancora costruire assieme un futuro diverso e migliore per I nostril figli e nipoti..
Il nostro “futuro (purtroppo) e’ passato e non ce ne siamo nemmeno accorti”, ma quello dei piu’ giovani e’ li. Basta solo costruirselo. Il grande circolo della vita continua. Spetta a noi e solo a noi non farlo girare invano e lasciare un mondo migliore di quello che abbiamo trovato.
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